Caratteristica prevalente del pavimento sopraelevato è la possibilità di creare un’intercapedine nella quale alloggiare servizi ed impianti. Questo tipo di pavimenti risolve in modo pratico e razionale la netta contraddizione tra la struttura edile, immutabile nel tempo, ed il sistema degli impianti in
perenne evoluzione.
Il pavimento sopraelevato permette la realizzazione di un volume impianti senza barriere, completamente ispezionabile e removibile all’occorrenza.
Un ottimo utilizzo di questo sistema, dato che non “intacca” la struttura edilizia esistente, è quello delle ristrutturazioni di vecchi edifici, riadattati per ospitare nuovi complessi di uffici.
Altro grande vantaggio è la possibilità di redigere progetti di pavimenti, secondo le esigenze del Committente e quindi di completare l’opera per gradi, senza per questo compromettere la struttura dell’edificio: questa filosofia permette alla Committenza di allestire degli spazi con una logica “step-by-step” che consente sia di frazionare gli interventi (in funzione delle reali esigenze ed urgenze), sia di personalizzare gli spazi, in modo capillare e più efficace.
Il pavimento sopraelevato è un sistema complesso che si divide in:
La più utilizzata è quella modulare con travi di collegamento dei supporti. La struttura di sostegno dei pannelli è generalmente realizzata in acciaio o in alluminio ed acciaio. È costituita da colonnine e da traverse. La regolazione micrometrica dei singoli piedini permette di compensare avvallamenti ed imperfezioni del pavimento originale.
I traversini di collegamento sono coperti da una guarnizione sulla faccia superiore, per assolvere due funzioni: coibentazione acustica e tenuta all’aria ed alla polvere.
I pannelli vengono appoggiati ai traversini, per facilitare l’ispezionabilità.
Per garantire maggiore stabilità, si utilizzano ulteriori guarnizioni plastiche antistatiche.
I pannelli hanno dimensione di mm. 600 x 600 quadrati e generalmente costituiti da:
• un rivestimento superiore;
• un’anima centrale costituita da conglomerato di legno e resina ad alta densità o di materiale inerte;
• bordo perimetrale in PVC o poliuretano, con funzioni di protezione dell’anima centrale;
• rivestimento inferiore con funzione di controbilanciare l’eventuale deformazione del pannello, che può essere sia di alluminio, che in lamiera galvanizzata (nel primo caso si avrà un pannello con un’alta resistenza all’umidità, nel secondo, con maggiori capacità strutturali di portata). Lo spessore dei pannelli, privi di rivestimento, varia dai 30 ai 40 mm.
Pannelli a base truciolare”
L’utilizzo di un’anima strutturale in legno truciolare è diffuso in tutto il mondo. La materia prima deve essere idonea all’utilizzo, con caratteristiche dichiarate e verificabili, secondo procedimenti di controllo della qualità, predefiniti all’interno del ciclo di produzione industriale. Il conglomerato di legno, con spessore differenziato da 28 a 38 mm., è costituito da particelle di unica essenza arborea in piastre monostrato prodotte per pressatura a caldo con resine e collanti atossici ed ininfiammabili con contenuto in formaldeide nei limiti indicati dalle vigenti normative (classe
E1 secondo UNI EN 120/95). La densità è variabile in relazione alle caratteristiche e prestazioni richieste; la tipologia standard utilizzata e costituente i pannelli/sistemi, sottoposti a prove e certificazioni, ha densità di c.a. 720 kg/mc.
(UNI EN 323/94).
Pannelli a base solfato di calcio/anidride
I pannelli con anima strutturale a base minerale sono attualmente la migliore soluzione quando vengono richieste elevate prestazioni di resistenza alla flessione, al passaggio del suono, al fuoco e all’umidità. Un materiale specifico messo a punto per questo utilizzo da oltre 20 anni e che ha dato eccellenti risultati sotto ogni profilo. Il suo utilizzo comporta una maggiore spesa iniziale con un ottimo rapporto costo/beneficio. Il pannello di anidride è costituito dall’aggregazione di solfato di calcio anidro e fibre di cellulosa; realizzato con un particolare processo produttivo controllato e garantito all’origine per la specifica destinazione d’uso (pannelli autoportanti per pavimentazione
sopraelevata modulare). La densità media è superiore od uguale a 1450 kg/mc. e lo spessore standard del pannello monostrato è di 34 mm. (senza rivestimenti, con il solo trattamento antispolvero di superficie).
Tra i diversi rivestimenti spiccano due categorie
principali, i rivestimenti resilienti (PVC, gomme e linoleum) e rivestimenti duri (laminati, legni, ceramiche grès, vetro).
Per maggiori informazioni si veda il menù “Rivestimenti”
Il valore di acquisto di un pavimento tradizionale è mediamente inferiore a quello di un pavimento sopraelevato.
Questo però non deve scoraggiare l’acquirente; ci sono infatti alcune considerazioni necessarie da tenere presente:
1. La celerità di esecuzione di un pavimento sopraelevato è tale che l’opera finita può venire consegnata con un margine di anticipo, che si può tradurre in un vantaggio economico;
2. Nell’edilizia tradizionale la voce “assistenza muraria” incide sui costi del 20/30%. Con l’installazione di un pavimento sopraelevato si parla di un certo più risibile 5% (la lavorazione è infatti a secco);
3. Non da ultimo è da ricordare che, come le pareti mobili ed i controsoffitti, il pavimento sopraelevato è considerato come arredo d’ufficio, alla stregua di scrivanie e mobili, quindi ammortizzabile in un tempo di 3/4 anni;
4. Questa tipologia di pavimenti consente la più completa flessibilità, permettendo il montaggio e rimontaggio delle strutture; recuperando la quasi totalità dei componenti, con evidente risparmio economico.