Il futuro dell’ufficio? È ibrido!

È il 2005 quando inizia a diffondersi l’idea di coworking, grazie all’iniziativa di Brand Neuberg, programmatore della Silicon Valley che, trascorrendo le sue giornate da freelance in totale solitudine davanti a un computer, decide di aprire la Spiral Muse, un prototipo di ufficio condiviso. Dopo un anno chiude, ma l’idea si propaga velocemente, arrivando in Europa e facendo moltiplicare gli uffici in modo sorprendente.

In Italia sono presenti circa 349 spazi su tutto il territorio, con una concentrazione di 88 realtà nella sola area di Milano (dati da coworkingitalia.org aggiornati al 2015)
Il fenomeno non sembra arrestarsi, infatti il concetto di base che permea il coworking esce dai confini di spazio ad uso esclusivo di freelance o start-up ed entra in azienda. Marco Pedrari, presidente di Assufficio, una delle associazioni di FederlegnoArredo, ha dichiarato riguardo alle nuove realtà di coworking e di smart working «Questa non è una semplice evoluzione dell’ufficio che abbiamo visto dagli anni Sessanta in avanti. Oggi siamo a un vero punto di svolta, concettualmente dobbiamo parlare di anno zero»

I casi più noti a testimonianza di questa evoluzione sono i nuovi uffici di Microsoft, di EY, la nuova sede di The Boston Consulting Group e Unicredit. Per queste aziende dietro alla nuova organizzazione degli spazi vi è l’adeguamento ad un modello di collaborazione e condivisione alla base della cultura dei Millennials, la fetta più grande della forza lavoro attuale e futura.
In queste realtà le aree di lavoro non sono più unicamente individuali e l’ufficio singolo in dotazione al top management ha perso di esclusività, acquistando un nuovo significato e divenendo un vero e proprio “Office and Meet”, uno spazio collaborativo e mutevole da utilizzare sia come ufficio sia, all’occorrenza, come sala riunioni.

Con la scomparsa della scrivania personale e fissa tutti si è più intercambiabili: si prende il pc e si va a lavorare dove c’è bisogno in quel momento, per studiare un progetto insieme ad un collega o stare vicino al team per una specifica funzione. Gli uffici non sono assegnati, tutti possono sedersi dove vogliono per lavorare, e anche gli spazi dedicati ai break possono diventare postazioni di lavoro. In questa dinamica tutti devono poter aver accesso alle postazioni gli oggetti personali e professionali come il pc portatile devono, a fine giornata, essere rimossi dalla scrivania.

Nel momento in cui la condivisione è al centro del sistema la gestione dello spazio fisico da vivere diventa fondamentale, la cura nello studio degli spazi e nella scelta dell’arredamento da ufficio deve essere altissima.

Sono queste le motivazioni che ci hanno guidato nella proposta di Doria Meeting in soluzioni di spazi “Office and Meet”, una scrivania adattabile e versatile, che si trasforma da tavolo riunione a postazione coworking, da 4 a più persone. Doria Meeting è dotabile di top access posto sul piano e da marsupi passacavi per facilitare lo spostamento dei professionisti. Un tavolo meeting non più unicamente nel senso di riunione, ma in un senso di più ampio respiro legato ad un concetto di vera e propria condivisione di spazi, strumenti, idee ed esperienze.

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